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Prospettive per il 2020: da reimpostare a reinventare
//i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/2020/04/05/Primo%20Piano/ImmaginiWeb/Ritagli/AdobeStock_331974047-kkcG--1020x533 [at] IlSole24Ore-Web.jpeg" style="opacity: 0.9; width: 650px; height: 340px; margin: 10px; float: left;" />A seguito della diffusione del nuovo coronavirus (COVID-19), le prospettive per il 2020 presentate a inizio anno sono superate: uno shock esogeno sta colpendo gli Stati Uniti e tutta l’economia globale, con effetti che già si prospettano devastanti. La particolarità della nuova crisi economica è che lo shock si è verificato simultaneamente dal lato della domanda e da quello dell’offerta, portando non solo a una diminuzione di posti di lavoro, produzione e ricavi, ma anche a una forte volatilità e a enormi perdite di valore sui mercati finanziari.
Come risultato di questo shock si prevede che l’industria manifatturiera post COVID-19 subirà un cambiamento di paradigma sia in termini di luogo sia in termini di metodi di produzione.

Una delle principali preoccupazioni sarà la sicurezza dei lavoratori, che andrà ad aggiungersi ad altri fattori già oggetto di attenzione, come il rapporto costo-efficacia e gli utili aziendali. 
Alcuni economisti, in un articolo del 19 aprile 2020, hanno dichiarato al quotidiano Boston Herald che molte società statunitensi stanno prendendo in considerazione l'idea di ritirare la produzione dalla Cina e riportarla negli Stati Uniti, ritenendo tale spostamento come una precondizione per rilanciare l’economia colpita dal coronavirus. Il ritorno di parti di attività manifatturiere negli Stati Uniti sarebbe un vantaggio economico per il paese e sarebbe in linea con un concetto di sicurezza nazionale che tenga presente la possibilità di pandemie future e di nuove crisi del sistema sanitario.
"Rispetto a questo ‘evento del cigno nero’ penso che la buona notizia sarà quella di riportare più produzione in America, cosa che farà tornare la gente a lavorare", ha affermato la professoressa Nada Sanders della D'Amore-McKim School of Business presso la Northeastern University. Prestiti a basso interesse e incentivi fiscali del governo federale incoraggerebbero le aziende a spostare la produzione dalla Cina agli Stati Uniti, ha aggiunto Sanders.

L'automazione sarà una componente chiave dello sforzo di rilancio della produzione manifatturiera statunitense. Le precedenti tendenze alla delocalizzazione sono state state alimentate anche dalla ricerca di costi della manodopera inferiori e di maggiore produttività. Dati l’aumento di produttività consentito dall'automazione e dalla robotica e la crescita degli stipendi in Cina e in numerosi altri paesi, la convenienza si è ridotta o è addirittura diventato più efficiente riportare una parte delle attività delocalizzate sul territorio nazionale. La produzione automatizzata non farà necessariamente diminuire la richiesta di manodopera poco qualificata, bensì creerà nuovi posti di lavoro e opportunità per gli esperti di digitalizzazione.

In alcuni casi ciò avverrà attraverso l'uso di tecnologie avanzate e macchinari di automazione. Abbiamo un esempio dell’anno scorso, quando Amazon ha iniziato a utilizzare macchinari italiani in decine dei suoi magazzini per il contactless packaging,  caratteristica fondamentale  per l’industria manifatturiera post COVID-19. I macchinari vengono prodotti dalla società italiana CMC Srl con il nome CartonWrap, possono imballare fino a 900 scatole all'ora e richiedono solo due operatori, uno per caricare gli ordini dei clienti e un altro per stoccare colla e cartone. 

"Il COVID-19 ha sostanzialmente alterato il nostro concetto di normale", ha affermato Marina Gorbis, direttore esecutivo di The Institute For the Future, un centro di ricerca con sede nella Silicon Valley, ad aprile 2020 ai microfoni di ABC News, "e siamo solo nella fase 1 della crisi, la ‘Reazione’ che sarà seguita dalla fase 2, la ‘Reimpostazione’, quando mettiamo la crisi in una prospettiva più ampia e le assegniamo un significato. Infine verrà la fase 3, la ‘Reinvenzione’. Se possiamo imparare qualcosa da questa crisi è che la fase 3 deve includere la costruzione di nuovi sistemi che premino e incentivino il pensare e l’agire a lungo termine".

Come dimostrato dall’industria della stampa tridimensionale, la fase di ‘reimpostazione’ è già in corso, e le imprese statunitensi del settore hanno collaborato con le università locali per affrontare la crisi causata dal COVID-19. Creative Tangible, che ha 100 stampanti 3D nel proprio magazzino di Newark in New Jersey, d’intesa con il concorrente di Brooklyn MakerBot e con la Columbia University ha creato la COVID Makers Response coalition. Il gruppo sta attualmente stampando circa 2.000 maschere al giorno, che i volontari a Manhattan assemblano e inviano a più di 30 ospedali nell'area. La metodologia open source potrebbe inoltre contribuire a rafforzare questo tipo di sistema produttivo, in quanto in tutto il paese è già presente un'enorme rete di stampanti 3D.
Secondo un rapporto pubblicato nel 2019 dalla Federation of American Scientists, infatti, nel 2018 solo negli Stati Uniti sono state vendute quasi 600.000 stampanti 3D a un prezzo inferiore a $ 5.000. Tangible Creative, HP e Shapeways hanno reso i loro file di progettazione disponibili a chiunque. "Non è necessario uno stampo", ha detto Eugene Chang, cofondatore di Tangible e direttore del dipartimento di progettazione industriale. “Si riceverà un file digitale che si potrà stampare premendo il tasto ‘stampa’, proprio come si fa con le e-mail usando le stampanti 2D”. 

Un altro vantaggio delle tecnologie che dipendono fortemente dall'automazione è che esse contribuiscono a stabilizzare produttività, output e vendite. Questo avvantaggia tutti, anche i dirigenti e i dipendenti, che possono superare più facilmente le emergenze, comprese quelle dovute al Covid-19.
La storia ci insegna che le misure a breve termine adottate in risposta alle crisi globali portano a cambiamenti che durano per decenni; ciò che la maggior parte di noi considerava normale ha infatti già iniziato a cambiare radicalmente. Comprendere e agire sui nuovi paradigmi offrirà ampie opportunità di crescita; produttori e fornitori di servizi come quelli sopra ricordati, ovvero CMC, Tangible Creative e Amazon, possono essere considerati come esempi da seguire in tale direzione.