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Webinar Aspettando 32.BI-MU - UCIMU: Focus USA
Per la prima volta in modalità webinar, martedì 23 giugno, si è svolto il Gruppo Marketing Strategico interamente focalizzato sul mercato statunitense e rientrante nell’ambito dell’iniziativa “Aspettando 32.BI-MU, i webinar di BI-MU più”.

Con oltre 30 imprese partecipanti, la video riunione, aperta anche ai non Associati, è stata coordinata dal Presidente UCIMU dr. Massimo Carboniero e moderata dall’ing. Alberto Nicolai (responsabile Direzione Marketing UCIMU) e ha avuto inizio alle 15.30 con i saluti e l’apertura dei lavori da parte del Presidente Carboniero. Dall’ufficio ICE Agenzia di Chicago, il direttore Marco Saladini  ha fornito ai partecipanti una overview circa lo stato attuale del nostro settore e di quelli utilizzatori negli USA, oltre ad aver segnalato le principali modalità di accesso e le leve su cui puntare per conseguire vantaggio sul mercato. La dott.ssa Stefania Pigozzi, responsabile del Centro Studi e Cultura d’impresa UCIMU, ha mostrato il contesto macroeconomico e settoriale di riferimento menzionando anche le prospettive per la macchina utensile nei prossimi trimestri negli States, mentre il dr. Vincenzo Lettieri della Direzione Marketing dell’Associazione, ha portato all’attenzione dell’audience i trend di due dei principali mercati di sbocco per le nostre aziende nel Paese, vale a dire automotive e aerospace.

Lo Studio Legale Internazionale Gardenal Camatel Montana (gardenal [at] gardenal.it),  con gli avvocati Gardenal, Lo Piccolo e Montana, come vedremo più nel dettaglio in seguito, ha discusso di supporto finanziario alle aziende concesso dal governo USA in questi mesi di lockdown e dei diversi temi legati alla presenza diretta sul territorio statunitense. Prima della sessione Q&A e della conclusione lavori con il Presidente Carboniero, l’ing. Giovanni Zacco, market development manager di BLM Group, con un’interessante presentazione ha condiviso con gli oltre 50 partecipanti, l’esperienza del gruppo negli USA in cui sono presenti da anni con una propria filiale.
Il Presidente Carboniero, dopo aver salutato i partecipanti e i relatori, ringraziandoli per la loro partecipazione, ha sottolineato l’importanza della video riunione come momento di analisi condivisa di quello che è il mercato di sbocco più importante per i nostri macchinari, specialmente in questa fase di pandemia. Con un PIL che nel 2019 si è attestato a quasi 20 mila miliardi di dollari, pari al 25% del PIL mondiale, gli Stati Uniti rappresentano il secondo Paese consumatore di macchine utensili dopo la Cina e il secondo importatore, sempre dopo la Cina. L’Italia è, al 2019, il terzo fornitore del Paese con 421 milioni di export, dopo Giappone (1,6 mld) e Germania (915 milioni).
Il trend è rimasto positivo nel corso del primo trimestre del 2020. Infatti, gli USA sono stati l’unico Paese in cui la performance del nostro export è stata in miglioramento sul 2019, rispetto al resto del mondo. La situazione attuale, chiaramente, comporterà dei rallentamenti per fine 2020 che si tradurranno in un rimbalzo nel 2021. Governo e Fed stanno sostenendo in modo importante le aziende e le famiglie nel Paese e questo è un aspetto determinante per il futuro.
In merito alle fiere, il Presidente ha ricordato la cancellazione di IMTS, prevista a settembre di quest’anno, e la conferma di BIMU, a fieramilano dal 14 al 17 ottobre. In merito a questo tema, il Presidente ha condiviso con i partecipanti, brevemente, il confronto avuto con l’ormai ex AD di Fieramilano, dr. Curci, nel corso dell’ultimo Consiglio Direttivo dell’Associazione, che ha rassicurato circa le misure messe in atto dalla struttura per l’organizzazione in sicurezza degli eventi.
Il direttore Saladini, con una presentazione in tre parti (tendenze, accesso e servizi ICE), ha illustrato ai partecipanti i dati positivi del Purchasing Manager Index per Cina, USA, Italia, Giappone e Germania a giugno 2020. Secondo i dati dell’associazione AMT (the Association for Manufacturing Technology), ad aprile 2020 gli ordinativi statunitensi hanno fatto registrare un calo del 39% sul 2019, attestandosi a quota 226 milioni di dollari. L’entità della diminuzione è stata maggiore che nella grande recessione del 1929-30. A maggio però si è notato un lieve rialzo degli ordinativi, in particolare nell’automotive e aerospace. Sempre secondo AMT, che fonda le proprie analisi su dati Oxford Economics, nel 2020 gli ordinativi di macchine utensili chiuderanno con un -50% sul 2019 ma nel 2021 il rimbalzo dovrebbe essere dell’84%.

In merito all’automotive, il mercato nordamericano potrebbe chiudere l’anno con un calo delle vendite del 27% circa, secondo IHS Markit. La domanda finale è crollata passando da 17,1 a 13,6 milioni di veicoli rispetto al 2019. Pesano i rischi e le incertezze legati alla pandemia, in particolare per quanto riguarda gli orari dei punti vendita e le restrizioni agli spostamenti. L’industria dovrà procedere con tagli strutturali dei costi e con nuovi investimenti in nuove tecnologie critiche come i veicoli elettrici e/o autonomi che potrebbero però subire rallentamenti rispetto al previsto.

In merito all’aerospace, il direttore Saladini ha riferito che attualmente le stime delineano uno scenario non positivo e che si riprenderà soltanto tra il 2022 e il 2023. In merito all’edilizia, considerando che dal lato industriale il contributo è negativo, si ritiene che quest’anno l’attività si ridurrà del 7% mentre, spostandoci di settore, l’elettromedicale farà segnare, verosimilmente, una performance meno negativa. 

Soffermandosi più sugli aspetti competitivi, il direttore Saladini ha sottolineato quanto l’innovazione dei prodotti e processi continui ad essere negli States il principale fattore competitivo. Le aree a più alta specializzazione nella produzione di macchine utensili (info aggiornate al 2016) sono Erie, Traverse City, Detroit, Dayton e Fort Wayne, mentre le aree a maggior numero di brevetti creati sono Michigan, Ohio, Illinois, Minnesota, Wisconsin, Indiana, California, New York e Boston.

Se in Italia, il contesto imprenditoriale è fortemente caratterizzato dalla presenza di microimprese, negli USA ci sono molte PMI che chiedono ai propri fornitori: originalità del prodotto e tecnologia al passo con i tempi, prezzo competitivo, presenza di un magazzino e di una logistica nel Paese oltre che al service.

Prima di concludere, il direttore si è soffermato sui servizi offerti da ICE come la ricerca clienti e partner negli USA, l’organizzazione di business tour e incontri e tutta l’attività di promozione sul territorio. Breve excursus anche sulle attività organizzate e avviate con UCIMU.
Paese più colpito al mondo dal covid in termini di contagiati e vittime ma anche Paese che sta subendo, come gli altri, a causa della pandemia, un crollo del PIL, un aumento della disoccupazione e un aumento di deficit pubblico. In questo modo, la dott.ssa Pigozzi ha avviato la propria presentazione mostrando ai partecipanti come, a partire dal secondo trimestre del 2021, i livelli di PIL e occupazione dovrebbero tornare in territorio positivo assieme a investimenti e produzione industriale.

Nel 2019 gli USA si sono attestati quali quinto produttore mondiale di macchine utensili, settimo esportatore, secondo importatore e secondo consumatore. Tra il 2010 e il 2019 si è ridotto il rapporto tra investimenti e consumo nel Paese ma è aumentato quest’ultimo e la produzione, sempre ovviamente di macchine utensili, con un’evoluzione dell’import certamente in aumento sullo stesso periodo considerato. L’Italia, come ricordato anche dal Presidente in apertura, è il terzo fornitore del Paese dopo Giappone e Germania e prima di Corea del Sud, Taiwan e Svizzera. Nel 2010 (consideriamo però il periodo di crisi) esportavamo circa 140 milioni di euro di macchinari e nel 2019 siamo arrivati a 421 milioni di euro. Esportiamo soprattutto presse, piegatrici e cesoie.

Nell’anno in corso il mercato dovrebbe calare del 41% per poi risalire nel 2021 del 44% e scendere nel 2022 al 6%. In merito ai consumi, gli ordini sul mercato sono diminuiti del 38% ad aprile rispetto allo stesso periodo del 2019 e per fine anno si attende un calo overall del 28%.
Il dr. Lettieri della Direzione Marketing dell’Associazione ha illustrato la propria presentazione partendo da una dichiarazione del Presidente Carboniero, riportata nel comunicato stampa UCIMU del 18 ottobre 2019, con cui commentava gli ordini al terzo trimestre 2019: -19,3% dall’Italia e -14% dall’estero. L’obiettivo è stato quello di richiamare, in questo modo, l’attenzione dei partecipanti sulla fine del ciclo espansivo del settore a fine 2019, evidenziando però come in quella cornice la performance degli USA fosse straordinariamente positiva assieme all’ambito dell’after sale. Evidenziando poi lo stato dell’arte della manifattura USA con i dati dell’Institute for Supply Management a maggio 2020 (43,1%, in aumento dell’1,6% su aprile 2020), ha mostrato lo scenario attuale di automotive e aerospace. In merito al primo, menzionando i problemi riscontrati con la restrizione alla mobilità sulla supply chain, ha ricordato come lo shock della domanda negli States non sia al momento oggetto di misure ad hoc da parte del governo americano per stimolarla attraverso incentivi specifici. Con la riduzione del fatturato e la presenza di notevoli costi fissi, le imprese del settore hanno attutito la tensione finanziaria grazie al sostegno del governo che è prontamente intervenuto con iniezioni di liquidità che hanno però portato l’indebitamento totale del settore a 1,1 trilioni di dolleri, pari a 3,4 volte l’ebitda (a fine 2019 il dato era pari a 3 volte l’ebitda). Consolidamento e online (con forte crescita a Wall Street di due start up come Carvana e Vroom) sono due trend su cui prestare attenzione per il futuro così come i nuovi costi che dovranno sostenere le imprese per adeguarsi ai nuovi requisiti previsti dall’USMCA che ha sostituito il NAFTA.

In merito all’aerospace, le spese militari, nonostante il periodo, sono aumentate nel 2019 rappresentando un segmento importante nel settore a differenza del lato commerciale che è risultato essere in diminuzione per via dei problemi riscontrati dal 737 max di Boeing. Gli USA restano i leader indiscussi dell’R&D nel settore e nel prossimo periodo si assisterà probabilmente a un processo di consolidamento del settore.

Il segmento di ns maggiore interesse, quello relativo ad aerei, motori e relative parti, ha fatturato nel 2019 circa 240 miliardi di dollari, derivante in gran parte dalla produzione destinata all’export.
L’avv. Gardenal, dopo una breve presentazione dello studio e dei servizi, anche di natura stragiudiziale e fiscale, che offrono da 30 anni ai propri clienti negli USA (a New York sono attivi con una sede oltre che a Milano), ha riferito che sono nella short list dei consulenti del governo USA e in contatto con fondi non speculativi che sono disponibili a finanziare, attraverso equity, la crescita delle aziende italiane negli Stati Uniti. Dopo un breve excursus circa la buona performance di borsa americana, l’avvocato ha ripercorso l’evoluzione della riforma fiscale statunitense culminata in una attuale flat tax nella misura del 21% ribadendo che questo in corso potrebbe essere un momento interessante per avvicinarsi agli USA con una sede specifica.

L’avv. Lo Piccolo ha concentrato il proprio intervento descrivendo i dettagli del Paycheck Protection Program Loans, in scadenza al 30 giugno, messo in atto per sostenere finanziariamente le imprese operanti in USA anche sotto controllo estero con l’obiettivo di mantenere inalterato il livello occupazionale. Le risorse messe a disposizione sono pari a ca. 500 miliardi di dollari e possono essere utilizzati per stipendi, affitti, interessi su mutui ipotecari e utenze. Possono beneficiare di questa misura le aziende fino a 500 dipendenti (anche imprese individuali e lavoratori autonomi) operative già a febbraio 2020. Le risorse prese a prestito attraverso il PPP Loans possono trasformarsi a fondo perduto se saranno utilizzate per i costi del personale, gli interessi sui mutui, l'affitto e le utenze (almeno il 75% dell'importo deve essere stato utilizzato per il personale e il 25% per le voci restanti). Il prestito può essere utilizzato per i costi sostenuti dal 15 febbraio 2020 al 30 giugno 2020 (deadline per accedere ai fondi). La durata della linea di credito messa a disposizione del governo è di due anni (il rimborso del debito, se non si rispettano i vincoli per il fondo perduto e una volta superati i due anni, deve avvenire entro 10 anni a un tasso negoziabile fino a un massimo del 4%) e il tasso di interesse è pari all’1% annuo (i primi sei mesi non si pagano interessi). Il valore massimo ottenibile è di 10 milioni di euro. L’ammontare che si può richiedere, rispettando questa soglia, è pari al 250% del totale costi in stipendi, utenze, interessi e affitti. È possibile trasformare il prestito ricevuto in fondo perduto se nelle prime otto settimane successive all’erogazione del prestito ho rispettato, come azienda, le condizioni previste dal PPP Loans (nessun taglio al personale e né alle retribuzioni). Non sono richieste garanzie personali o collaterali. Né il governo né i finanziatori addebiteranno commissioni alle piccole imprese. Il finanziamento viene subito concesso e in seguito si procederà con l’audit al fine di verificare i requisiti, pena il rimborso immediato del prestito. L’avv Montana, a conclusione dell’intervento dello Studio, ha fatto riferimento al loro supporto rispetto alle tematiche sulla contrattualista, personale e creazione società negli States. 
L’ing. Zacco di BLM Group, nella fase iniziale della propria presentazione ha descritto il gruppo, fondato nel 1960 e attivo nella produzione di macchine utensili per la lavorazione del tubo con oltre 700 dipendenti e con sede a Cantù (Como, Italia). Fortemente internazionalizzato, il gruppo (BLM, Adige Sys e Adige) ha nel mondo 177 tecnici in grado di risolvere i problemi dei clienti dell’azienda entro 48 ore 8,7 volte su 10. Il gruppo è cresciuto in modo importante nel corso degli ultimi anni. Nel 2014, infatti, il fatturato dell’azienda è stato pari a 186 milioni di euro mentre nel 2018 a 342 milioni. Con grande focus sull’innovazione, il gruppo serve l’automotive, aerospace, arredamento, il mondo delle attrezzature per il fitness e così via. Sono presenti da 19 anni con una filiale in Michigan in cui non fanno produzione (rimane in Italia) ma assemblano, tra le altre cose, sulla base delle esigenze dei clienti americani quanto prodotto in Italia. Con più di 100 dipendenti, di cui 51 sono tecnici specializzati, la filiale ha fatturato nel 2018 103 milioni di dollari. Tra Usa e Canada sono state installate 925 macchine. Confrontandosi con il responsabile di filiale, l’Ing. Zacco ha riferito che ciò che risulta essere fondamentale per ben operare negli USA e competere da protagonisti è il service. Rifacendosi all’esperienza della rete d’imprese in India finalizzata alla promozione, ha suggerito che si possa valutare la stessa formula, stavolta orientata al service, per aiutare le aziende ad essere maggiormente competitive sul mercato USA.

BLM Group nella propria filiale ha un Solution Center che funge da showroom della propria tecnologia per i clienti americani e un insieme di attività di customer care a cui si dedicano la maggior parte delle risorse della filiale.

L’ing. Zacco ha condiviso il proprio punto di vista in merito alla superiorità tecnologica dell’Europa sugli USA a livello di sistema produttivo evidenziando come, però, la medesima cosa non possa esser detta sul piano digitale/software dove la forza americana è indiscutibile. BLM Group ha avviato quindi delle sinergie in proposito rendendo i propri prodotti sempre più innovativi e in grado di intercettare domanda nel Paese.

In merito alla situazione attuale, ha segnalato che non c’è al momento una riduzione del mercato. I primi due trimestri, sulla scia della buona performance del 2019, sono stati positivi ma si attende una riduzione per la seconda metà dell’anno. Negli Stati Uniti, secondo il suo punto di vista, si respira un moderato ottimismo dovuto principalmente al supporto concreto fornito dal governo a chi perde il lavoro, all’iniezione di liquidità alle aziende e così via.

BLM è stata beneficiaria di quest’ultimo provvedimento adottato dal governo segnalando che la documentazione da allegare alla richiesta (evasa in sei giorni con il bonifico) è dettagliata e corposa.

In merito all’automotive, ha messo in guardia sul rischio dei cambiamenti di abitudine delle persone, specie adesso con la spinta allo smartworking. Per l’aerospace, seppur al momento è fermo, ritiene che con la ripresa potrà riprendersi. Arredo e medicale che continuano a rimanere in traiettoria positiva.

A conclusione del proprio intervento, l’ing. Zacco ha voluto condividere con i partecipanti una riflessione di taglio politico essendo questo l’anno delle presidenziali negli USA. Stando alla storia delle elezioni americane, non è mai accaduto che i repubblicani, a capo del governo, portassero il Paese ad elezioni con un’economia in contrazione e questo è un dato da sottolineare.

Di seguito si riporta quanto avvenuto nel corso della sessione Q&A dell’iniziativa:

Dr. Silvio Petitti di SMW Autoblok: Avendo una filiale negli USA, abbiamo fatto richiesta, e ricevuto, una prima tranche del PPP. C’è possibilità che il governo, dopo il 30 giugno, prosegua con aiuti alle imprese?

Direttore Saladini: Non c’è nulla di confermato in tal senso e quindi elementi per dare una risposta non ci sono. Potrebbe essere, riprendendo la conclusione dell’ing. Zacco, che il governo non vorrà andare ad elezioni con imprese in crisi e quindi si adeguerà. Segnala webinar dell’Ambasciata d’Italia sul tema USA post covid (25/6).

Avv. Gardenal: Politicamente la pandemia ha unito democratici e repubblicani nella definizione delle misure da adottare. Non è detto che si continuerà così ma nulla è impossibile in questo momento.

Ing. Nicolai UCIMU rivolgendosi all’ing. Zacco: Abbiamo visto che nel 2019 il mercato USA ha segnato un’ottima performance rispetto al resto del mondo. La filiale BLM nel Paese ha tratto vantaggio da questo? Nel 2018 abbiamo visto che il fatturato conseguito è stato pari a 100 milioni di euro. Nel 2019 invece? 

Ing. Zacco: Gli USA sono mercato focus per noi. Riusciamo sempre a superare i budget. Il mondo del LaserTube ha preso piede nel Paese e quindi è difficile dire quanta parte dei nostri risultati sia riconducibile all’andamento del mercato e quanto all’andamento del prodotto. Per i prossimi anni, comunque, prevediamo crescita nel mercato.

Dr. Giacometti Mep Spa ha condiviso la propria esperienza: Il Nordamerica rappresenta il nostro primo mercato. Abbiamo usufruito del PPP che inizialmente era per l’80% a fondo perduto mentre adesso si è scesi al 75%. L’azienda prosegue bene la propria attività (a maggio e giugno sono entrati diversi ordini) grazie agli investimenti in infrastrutture portando così il portafogli ad essere pari all’85% dell’era pre-covid. Abbiamo cominciato ad operare negli USA con un’acquisizione e questo è un momento buono per le aziende che vogliono insediarsi nel Paese. Il mercato USA, in generale, è in contrazione, almeno dalla fine del 2018.
A conclusione dei lavori, il Presidente Carboniero, ringraziando i relatori e i partecipanti, ha enfatizzato l’importanza del service e sollecitato a valutare strategie di M&A negli USA ponendo quindi attenzione sul fatto che si tratta comunque di un Paese produttore. Ha dato forza al concetto del ritardo tecnologico rispetto all’UE sul piano produttivo sottolineando come un altro tema sia la criticità di trovare personale competente. Concludendo, ha affermato che UCIMU continuerà a seguire il mercato USA, imprescindibile per le aziende italiane del settore, annunciando nuove iniziative per il prossimo futuro.

Per ulteriori informazioni sull’iniziativa contattare chicago [at] ice.it (subject: Machines%20Italia%20E-newsletter)