L'andamento dell'industria italiana delle macchine per la stampa e il converting mostra una generale stabilità. È quanto emerge dall'indagine qualitativa trimestrale condotta da ACIMGA, l'associazione confindustriale delle imprese del settore. L'analisi ha registrato il sentiment degli associati nel terzo trimestre 2013 e delinea le previsioni per la fine dell'anno. Sul fronte dei ricavi nazionali il 50% delle aziende campionate per l'indagine ha dichiarato che il trimestre in analisi si è chiuso con un andamento generalmente stabile, in linea con le aspettative prodotte dalla precedente indagine trimestrale.
La situazione dovrebbe rimanere inalterata anche per gli ultimi mesi del 2013. La maggioranza degli operatori del settore (46%) non prevede cambiamenti; inoltre, per la prima volta dal 2011, il saldo tra ottimisti (33%) e pessimisti (21%) torna ad essere positivo. Le entrate dall'estero mostrano uno scenario simile. il 48% degli intervistati ha dichiarato una sostanziale stabilità sia dei ricavi che delle aspettative per la fine dell'anno. È interessante notare che nessuna azienda intervistata prevede un calo.
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Al contrario, nonostante le vendite interne mostrino ancora una situazione difficile nel terzo trimestre, il 50% delle aziende intervistate segnala una tendenza a una maggiore stabilità per la fine dell'anno. L'export si dimostra ancora una volta la forza trainante del settore: l'83% dei ricavi è generato dalle esportazioni. Nel periodo considerato, oltre la metà delle aziende (52%) ha registrato un andamento stabile delle vendite all'estero, mentre il 26% le ha addirittura aumentate. L'ultimo trimestre dell'anno porta con sé crescenti aspettative di stabilità (65% degli operatori) e di aumento delle vendite (35% delle aziende).
La stabilità dei tassi di occupazione è un dato confortante. Nel trimestre luglio-settembre i livelli occupazionali sono rimasti invariati per il 92% delle aziende e il restante 8% ha dichiarato di averli aumentati. Per gli ultimi tre mesi dell'anno, le aziende che prevedono di lasciare inalterati i livelli occupazionali sono l'88% del totale; la percentuale di aziende che prevedono di assumere altro personale rimane invariata all'8%.
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